Le criptovalute sono valute elettroniche che utilizzano la crittografia, una tecnica per codificare i dati rendendoli illeggibili a chiunque non abbia una password. Grazie alla crittografia, le criptovalute sono praticamente impossibili da falsificare, sebbene la loro sicurezza dipenda anche da molti altri fattori.
Le moderne criptovalute sono sistemi decentralizzati basati sulla tecnologia blockchain. La blockchain è una struttura di database distribuito descritta per la prima volta dallo studioso di crittografria David Chaum nella sua tesi di dottorato del 1982. Nel mondo delle criptovalute, la blockchain costituisce un registro pubblico delle transazioni crittografate, mantenuto e aggiornato da migliaia di persone in tutto il mondo. Le transazioni sono anonime, ma disponibili al pubblico.
Il Bitcoin non è stato la prima moneta elettronica. Non è stato la prima implementazione della tecnologia blockchain. Non ha rappresentato il primo utilizzo della crittografia a chiave pubblica per proteggere i dati. Tuttavia, l’unione di tutti questi elementi in un unico sistema ha fatto sì che fosse la prima criptovaluta moderna.
Diamo una rapida occhiata alla storia delle criptovalute.
Prima del Bitcoin
Prima della creazione del Bitcoin, esistevano già vari esempi di valute elettroniche online, ma nessuno di essi era riuscito ad attrarre molto interesse o ad affermarsi sui mercati finanziari. Due esempi di tali valute sono stati B-Money e Bit Gold.
2008: Satoshi Nakamoto e il Bitcoin
Il dominio Internet bitcoin.org è stato registrato nell’agosto 2008. Tuttora è la homepage di criptovalute più visitata del mondo. Il 31 ottobre dello stesso anno, una persona o un’organizzazione che utilizzava lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto ha pubblicato un articolo scientifico intitolato Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System. Nel mondo delle criptovalute questa pubblicazione è comunemente nota come il libro bianco di Satoshi Nakamoto.
Il documento presentava il concetto di tecnologia blockchain con protezione crittografica. Il Bitcoin vi era descritto come una risorsa digitale teorica open source. “Open source“ significa che non apparteneva a nessuno e che tutti potevano partecipare al suo utilizzo e sviluppo.
Sino a oggi, nessuno sa chi sia Satoshi Nakamoto. La sua identità è stata oggetto di varie leggende e teorie. È possibile che non venga mai scoperta.
2009: inizia il mining dei Bitcoin
All’inizio del 2009 il software Bitcoin è diventato disponibile al pubblico per la prima volta. Satoshi Nakamoto ha estratto i primi 50 Bitcoin, lanciando così la pratica del mining di criptovalute. A quell’epoca, solo un piccolo gruppo di programmatori e appassionati partecipava allo sviluppo di quella che pochi prevedevano sarebbe in seguito stata considerata una tecnologia rivoluzionaria.
2010: le prime transazioni
Durante il suo primo anno di esistenza, non era realistico attribuire un valore reale al Bitcoin. Lo sviluppatore Gavin Andresen acquistò 10.000 Bitcoin per $ 50 e creò per divertimento un sito denominato Bitcoin Faucet su cui regalava Bitcoin.
La storia più famosa di questo periodo è quella di Laszlo Hanyecz, uno sviluppatore di software che acquistò due pizze al prezzo di 10.000 Bitcoin. Si tratta della prima transazione di criptovaluta generalmente riconosciuta. Al prezzo massimo raggiunto da Bitcoin, quelle due pizze sarebbero costate ben oltre 600 milioni di dollari. Ma Laszlo non si è mai pentito della sua decisione. Ritiene anzi che sia stata un passo cruciale per determinare la crescita dell’ecosistema delle criptovalute.
A dicembre 2010 Satoshi Nakamoto ha pubblicato il suo ultimo messaggio pubblico sul popolare forum online bitcointalk. In seguito, ha scritto qualcosa in merito a dettagli di minore importanza relativi all’ultima versione del software ed è rimasto in contatto via email con alcuni programmatori ma, a partire dall’aprile 2011, se ne sono perse del tutto le tracce.
2011: nascono le nuove criptovalute
Sull’ala del successo del Bitcoin, l’idea delle valute elettroniche decentralizzate ha lentamente iniziato a prendere piede. Di conseguenza, hanno cominciato ad apparire le prime criptovalute alternative. Poiché queste valute erano alternative alla criptovaluta consolidata, il Bitcoin, furono dette altcoin.
La maggior parte di altcoin offre miglioramenti aggiuntivi rispetto al protocollo Bitcoin originale, con funzioni quali maggiore velocità, maggiore anonimato e così via. Litecoin è stata una delle prime altcoin e, per questo motivo, viene a volte dipinto come l’argento digitale, rispetto all’oro, costituito dal Bitcoin. Oggi esistono migliaia di criptovalute.
2013: La prima bolla speculativa
A gennaio 2013 la quotazione del Bitcoin ha superato per la prima volta i 1.000 dollari. È stato un traguardo importante, anche se in seguito il prezzo è sceso rapidamente ed è rimasto fermo per circa due anni prima di raggiungere nuovamente la stessa soglia.
Alcuni dei primi acquirenti hanno subito grandi perdite durante la stasi dei prezzi e questo è stato causa di numerose critiche nei confronti del Bitcoin. I media ne hanno parlato molto e un numero maggiore di persone ha scoperto per la prima volta l’esistenza della criptovalute a seguito di queste ingenti perdite economiche.
Il mercato delle criptovalute è cresciuto lentamente. Non era chiaro quante monete alternative sarebbero sopravvissute. Molte non ci sono riuscite.
2014: Mt. Gox e tempi difficili
Il maggiore exchange di criptovalute del mercato ai tempi era un sito chiamato Mt. Gox. Nel gennaio 2014, la piattaforma è stata hackerata. Gli hacker sono riusciti a impadronirsi di 850.000 bitcoin. I responsabili di quello che rimane il più grande furto nella storia delle criptovalute non sono ancora stati identificati.
Le voci critiche misero in evidenza che, proprio perché le criptovalute si basano sull’anonimato e sulla decentralizzazione, non c’era da meravigliarsi che, una volta subito un attacco, gli hacker fossero impossibili da rintracciare.
A novembre 2014, il fondatore del sito di criptovalute Silk Road è stato condannato all’ergastolo, dopo che è stato dimostrato che le sostanze illegali rappresentavano circa il 70% dei prodotti venduti tramite il suo sito, che si basava su Bitcoin per effettuare vendite a clienti anonimi.
2015: il boom di Ethereum e delle altcoin
Il progetto Ethereum è stato lanciato nel 2015. Alcuni lo considerano la prima implementazione veramente utile delle idee su cui si basava il Bitcoin. Ethereum ha introdotto gli smart contract, una tecnologia che consente alla blockchain di ospitare dei software eseguibili, oltre alla moneta elettronica. Gli smart contract hanno consentito lo sviluppo di applicazioni complesse, utili in ambito finanziario e in altri settori.
Oltre agli smart contract, Ethereum ha introdotto l’idea di ospitare più criptovalute. Anche se Ethereum ha la sua criptovaluta, Ether, innumerevoli nuovi progetti di token sono stati così implementati nella blockchain di Ethereum. Gli smart contract e le valute customizzate si sono rivelate un’accoppiata di strumenti molto efficace per le ambizioni degli sviluppatori e degli imprenditori.
2016: l’ondata di ICO
La popolarità di Ethereum è stata contrassegnata dall’emergere di progetti che hanno acquisito fondi iniziali per mezzo del crowdfunding, in particolare Initial Coin Offerings in cui vengono offerti nuovi token agli investitori proprio come le azioni di nuova emissione vengono offerte agli investitori quando una società offre i propri titoli al pubblico attraverso una IPO (offerta pubblica iniziale). Gli investitori in pratica hanno acquistato le criptovalute come investimento o per sostenere i progetti a sostegno dei quali le nuove valute elettroniche erano state create.
Alcune ICO si sono rivelate mal strutturate. Alcune erano soltanto degli schemi piramidali, in pratica schemi di Ponzi travestiti da investimenti legittimi. Altre invece hanno gettato le basi per prodotti e servizi utili e innovativi.
2017: Bitcoin raggiunge i 20.000 $
Il numero di piattaforme di trading e di exchange disponibili al pubblico è gradualmente aumentato, rendendo molto più facile acquistare e vendere criptovalute. L’esplosione delle ICO si è intensificata.
Tutto questo ha contribuito alla rapida crescita dell’ecosistema. Questa giovane tecnologia prometteva enormi profitti e la capitalizzazione di mercato totale delle criptovalute ha superato gli 800 miliardi di dollari all’inizio del 2018. In quel momento, sembrava che il semplice fatto che il nome di una nuova società contenesse le parole “crypto” o “blockchain” fosse di per sé una garanzia di successo.
2018: il ritorno alla realtà
La crescita del mercato si è dimostrata insostenibile quindi, con il senno di poi, sembra inevitabile che la bolla sia scoppiata e che i prezzi abbiano iniziato un graduale declino. Molti progetti sono falliti perché mal concepiti o troppo ambiziosi.
Dal 2019 a oggi: risolvere problemi reali
I progetti crypto sopravvissuti allo scoppio del 2018 sembravano avere qualcosa in comune. Si tratta di progetti che affrontano problemi del mondo reale e offrono nuovi servizi utili sfruttando la potenza della tecnologia blockchain e delle criptovalute. Gli investitori, ora, analizzano i piani aziendali delle start-up del settore invece di investire semplicemente in nuove criptovalute, comprando e vendendo nell’ambito di una mera attività speculativa. I progetti crypto odierni riguardano, tra gli altri, i settori del gioco d’azzardo, dei videogiochi, dello sport, della gestione dell’identità e della finanza. Con ormai più di un decennio di sviluppo tecnico alle spalle, gli esperti di criptovalute sono attualmente in grado di trovare modi per semplificare le attività tradizionali esistenti prima della blockchain, offrendo prodotti e servizi inediti basati su questa innovativa tecnologia.
Guardare al futuro
Il mondo è sempre più digitale e interconnesso e le criptovalute svolgono un ruolo chiave nel fornire autonomia finanziaria a ogni abitante del pianeta.
Il Bitcoin e altre criptovalute rappresentano un possibile futuro del denaro, con una crescente percezione della loro capacità di cambiare radicalmente il sistema economico globale.
Nel mondo ci sono quasi 2 miliardi di potenziali consumatori che non hanno accesso ai servizi bancari. Le criptovalute potrebbero consentirgli di partecipare alla vita economica mondiale. Il modo in cui tale opportunità sarà gestita cambierà il nostro mondo per sempre.
NOTA
Il testo è a solo scopo informativo e non conta come consiglio di investimento. Non esprime l’opinione personale dell’autore o del servizio. Qualsiasi investimento o azione di trading è rischiosa, i ritorni passati non garantiscono ritorni futuri - rischia solo i beni che sei disposto a perdere.